Percorso classico per insegnare Musica nelle scuole italiane (medie e superiori)
Se la musica è la tua passione potresti prendere in considerazione una carriera da professore di musica. Dovresti però sapere che il percorso per diventare insegnante e, più in particolare docente di musica alle scuole medie e superiori, non è dei più semplici.
In generale in Italia l’iter per diventare insegnante è ben lungi dall’essere agevole ed immediato, ed anche per gli insegnanti di musica le prospettive di lavoro non sono affatto buone.
Scegliere di essere un insegnante di educazione musicale presso le scuole medie o superiori è una decisione coraggiosa che sarà pagata, almeno all’inizio, con anni di precariato.
Per poter insegnare una materia come musica è necessario conseguire almeno la Laurea Triennale, oltre ad avere alle spalle una certa conoscenza e capacità musicale: cantare, suonare uno o più strumenti oppure entrambe le cose.
Il percorso di studi previsto dalla “Buona Scuola”
La riforma chiamata della “Buona Scuola” ha introdotto quello che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe collegare in un sistema coordinato l’abilitazione e l’assunzione per concorso. I diversi percorsi formativi sono delegati in questo caso alle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e alle istituzioni scolastiche statali.
Chi è in possesso di un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche e musicali può partecipare a concorsi nazionali per l’assunzione con contratto di tre anni, da trascorrere presso un’istituzione scolastica presso cui verrà anche svolto il tirocinio formativo.
Il vincitore del concorso dovrà poi conseguire un diploma di specializzazione all’insegnamento secondario, al termine di un corso di un anno istituito dalle istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale o convenzionato con istituzioni scolastiche o loro reti.
Il corso deve essere frequentato durante il primo anno del contratto triennale, nei successivi due anni chi vincerà il concorso dovrà inoltre effettuare tirocini formativi presso le scuole anche sotto forma di supplenze.
Cosa dice la Legge
Si parla dell’assunzione di 148.100 docenti (tra GAE e concorso 2012) che dovrebbero essere assunti a partire dall’anno scolastico 2015.2016.
Nel documento di presentazione della Legge, a pag. 22, si afferma: “Ci sono, poi, i docenti iscritti nelle stesse GAE per una delle classi di concorsi afferenti alle materie di musica, storia dell’arte e sport – complessivamente circa 18.800 docenti – che contribuiranno a rafforzare l’offerta formativa su questi tre fronti importanti (vedi Capitolo 4). In particolare ci sono circa: […] 5.400 musica”.
Quante classi e in quanti istituti potranno operare questi 5.400 docenti di musica? Quale competenza dovranno avere?
Nel testo manca un’indicazione precisa sull’insegnamento della musica nella scuola secondaria di II grado, questione nevralgica per la valorizzazione del “patrimonio storico e della sensibilità contemporanea”, richiamati dal documento a pag. 8.
Le singole scuole avranno il compito di utilizzare la “quota oraria di autonomia” per l’insegnamento di musica, “utilizzando l’organico di cui l’istituto è dotato oppure attraverso docenti non nell’organico della scuola, retribuiti attraverso risorse accessorie (come il MOF o i Fondi 440)”.
Manca inoltre una chiara presa di posizione sulle nuove classi di concorso per i licei musicali.
Selettività è uguale a posto di lavoro assicurato?
Se il percorso da compiere, lungo e selettivo, corrispondesse almeno alle opportunità di lavoro stabile!
Invece, la durata degli studi musicali presso i Conservatori sembra essere studiata ad hoc per “temporeggiare” e lasciare in un limbo infinito i musicisti che decidono di intraprendere questa professione.
Ovviamente questo significa anche una spesa non indifferente per la famiglia, che dovrà provvedere a pagare le tasse, i libri ed i corsi di specializzazione.